PERSONAGGI ED INTERPRETI
PAMPINEA: innamorata di Panfilo, promessa sposa di Erminio de Grimaldi. IRENE TOFANINI
PANFILO: giovane innamorato di Pampinea. MARCO BANINI
ERMINIO DE GRIMALDI: ricco e avaro mercante. STEFANO BANINI
FIAMMETTA: amante di Dioneo, sposata con “il Giudice”. CHIARA PROTASI
DIONEO: giovane amante di Fiammetta. MATTEO BENVENUTI
IL GIUDICE: anziano e gracile giudice di Firenze. PAOLO PARISSI
ELISSA: amante di Filostrato, GIULIA GAMBACCIANI.
FILOSTRATO: amante di Elissa. ANDREA PAOLESSI
SER CIAPPELLETTO: falsario, abile bugiardo. FRANCO CAPITINI
EMILIA: ragazza della compagnia. DANIELA MOSCA
LAURETTA: ragazza della compagnia. ELENA CAPPELLI
FILOMENA: ragazza della compagnia. DOMITILLA SPIGOLA
NEIFILE: ragazza della compagnia. SABRINA DOTTORI
LA BADESSA ASSUNTA: badessa del convento. ELISABETTA CANAPINI
FRA’CIPOLLA: imbroglione che per vivere in tranquillità si finge frate. STEFANO BERNARDINI
UNA SUORA . LAURA
CAPO DEI BRIGANTI. QUIRINO MARIGNETTI
BRIGANTE POETA. ROBERTO CURIONE
BRIGANTE 1 MICHELE MORGANTINI
BRIGANTE 2 LORENZO MENCONI
CANTASTORIE. ALESSANDRO ZAZZARETTA
STORICO. ROBERTO DE PASCALI
BAMBINI
MONACHE
CONTADINI
TRAMA
ATTO I
SCENA I
Si apre a Firenze nella piazza della città. Il dolore dei moribondi afflitti dalla peste nera è beffato dall’avidità dei mercanti, che continuano le loro attività incuranti dei mali che li circondano, e dall’allegria di un gruppo di giovani amiche, che pensano solo a come coronare i loro amori.
La prima contesa d’amore è quella tra Panfilo e Erminio de Grimaldi che competono per la mano della saggia Pampinea. La seconda ragazza ad essere contesa è Fiammetta, amante di Dioneo, ma moglie del Giudice, che viene sbeffeggiato pubblicamente dalla donna ogni volta le capiti l’occasione. Erminio e il Giudice vengono tuttavia ripresi dall’abile Ser Ciappelletto che consiglia loro di usare polso duro con le donne e di trattarle come si deve: da serve. Nella sua superbia, tuttavia, non si rende conto del colpo basso che gli sta per tirare un’altra giovane della compagnia, Elissa, la quale, per scherzo, gli fa credere di poter amare un uomo rude come lui, per poi scaricarlo nel momento del bisogno.
SCENA II
Disperata all’idea di dover sposare il vecchio Erminio, Pampinea propone di fuggire da Firenze. Fiammetta suggerisce di dividere la compagnia per nascondersi meglio e guida le giovani verso il convento di Fiesole. Senza conoscere la destinazione delle ragazze, Fra Cipolla, che era intervenuto per sedare la rabbia del Giudice e di Erminio contro le donne, consiglia a Panfilo, Dioneo e Filostrato di rifugiarsi nello stesso convento, istruendoli su come comportarsi di fronte alle abitudini poco convenzionali delle monache.
SCENA III
Arrivati al convento, i tre giovani vestiti da contadini si nascondono tra i braccianti fingendo di essere muti. Anche le ragazze arrivano dopo poco a chiedere ospitalità alle suore le quali, per camuffarle, decidono di farle travestire da monache, mentre Fiammetta è costretta a indossare gli abiti da frate. Durante gli stornelli dei contadini, le suore capiscono che i tre ragazzi sono muti e decidono di accoglierli nel loro convento poichè, come dice la badessa alle giovani disgustate, “…Lo dice negli scritti anche il Signore, che nulla c’è più sacro dell’amore!”.
ATTO II
SCENA I
Le ragazze, scandalizzate per il comportamento delle suore, decidono di mettere alla prova i loro amanti invitandoli nelle stanze della badessa. Fra Cipolla, che era arrivato al convento al seguito dei tre ragazzi, cerca allora di tranquillizzare l’animo delle giovani suore (che lui non ha ancora riconosciuto), spiegando loro da cosa deriva l’atteggiamento delle altre monache. Di fronte alle recriminazioni di Pampinea, tuttavia, è costretto a confessare la sua vera identità e il suo falso legame con gli abiti da frate. Fiammetta quindi esulta perché ciò significa che il suo matrimonio non è valido, ma subito arrivano il Giudice, Erminio e Ser Ciappelletto, che sono alla ricerca delle ragazze. Fra Cipolla, avendo capito il travestimento delle giovani, decide allora di depistare i vecchi imbroglioni e di accompagnarli verso un’altra strada.
SCENA II
Le ragazze, infuriate con i loro amanti, decidono di tirar loro un altro scherzo estorcendogli una confessione grazie al travestimento di Fiammetta. Al termine della confessione, Pampinea e Elissa indignate fuggono sotto il portico del convento inseguite da Panfilo e Filostrato che cercano il perdono, mentre Fiammetta, ancora vestita da frate, decide di burlarsi nuovamente di Dioneo: gli promette l’assoluzione a condizione che il giovane riscaldi il cuore di un povero frate come ha fatto con quello della badessa. Naturalmente Dioneo rifiuta e, dopo essersi spogliata del suo travestimento, Fiammetta gli giura che non sarà ma più sua. Tutte le coppie allora iniziano un’accesa discussione che si concluderà con la pace e il perdono dei tre giovani.
SCENA III
Le suore scoprono i ragazzi a parlare e la badessa decide di mandarli via per mantenere il segreto. Insieme con loro vanno anche le sette ragazze, ma nella foresta trovano Erminio, il Giudice e Ser Ciappelletto imprigionati: velocemente i briganti circondano anche la brigata e nonostante il tentativo di difesa dei ragazzi, vengono tutti catturati e trascinati nel covo dei malviventi.
ATTO III
SCENAI
Mentre i briganti banchettano, i giovani cercano un modo per liberarsi. Dioneo propone allora al capo dei malfattori di intrattenere i suoi uomini con le danze delle sue sette amiche ma, nel ballare, le donne rubano le chiavi della prigione così che, durante il racconto del brigante cantore, Panfilo, Dioneo, Filostrato, Pampinea, Fiammetta ed Elissa fuggono, mentre Neifile, Lauretta, Emilia e Filomena, rimangono a divertirsi assieme ai Briganti.
SCENA II
Finalmente i giovani giungono al Palazzo di Pontassieve dove trovano Fra Cipolla intento nell’insegnare ai propri chierichetti gli imbrogli dei buoni e vecchi frati di campagna. Arrivano però anche i briganti con le quattro donzelle rimaste con loro e minacciano i giovani fuggitivi per avere altri soldi: ma anche questa volta Fra Cipolla corre in loro aiuto. Vuole imbrogliare i briganti offrendo loro la piuma dell’Arcangelo Gabriele che può regalare qualsiasi cosa a chi la possiede. Purtroppo, l’imbroglione era stato a sua volta gabbato dai suoi stessi chierichetti che avevano di nascosto sostituito la piuma d’oca con il carbone. D’altra parte, da buon briccone riesce subito a risolvere la situazione dicendo che la piuma si è trasformata nei carboni del martirio di San Irmenegondo del Quadrivio. Di fronte a tale arguzia, il capo dei briganti si arrende e propone ai ragazzi di diventare amici.
SCENA III
Raggiunta la pace con i briganti e sconfitte per sempre le aspirazioni amorose dei tre vecchi imbroglioni, i giovani possono finalmente unirsi con finti matrimoni celebrati dal finto Fra Cipolla. Tuttavia, vista la situazione a Firenze, decidono comunque di trattenersi nel palazzo dove potranno divertirsi tra canti, danze e racconti di novelle sull’amore.