Sorta nel 1939 per iniziativa di cultori locali della tradizione del Bruscello, con lo scopo di divulgare anche in Montepulciano e nel territorio circostante l’attività di una Compagnia di Bruscellanti che cantavano le loro storie nelle campagne intorno alla città.
Il primo impatto della Compagnia con un pubblico più numeroso ebbe luogo in un piccolo teatro cittadino nel lontano 1924, gli interpreti, tutti rigorosamente contadini ripresentarono con i loro nomi e cognomi, ma anche con i soprannomi con i quali erano conosciuti nelle campagne: Bruno del Bersaglio, Nello di Canapone, Gino di Tuto, Silvio di Casalvento, Fagiolino di Tarquino ed altri.
L’indice di gradimento degli spettatori fu così alto che molti di loro si ammassarono persino sul palcoscenico.
Nel 1925 la compagnia presentò con un nuovo Bruscello ed il successo fu tanto e tale che fu deciso di replicarlo anche a Montefollonico e a Pienza.
Furono cantate la vita di Sant Eustachio e le gesta di Nerone.
Memori del gradimento dei cittadini di Montepulciano e delle altre località in cui fu replicato l’improvvisato spettacolo, dopo oltre dieci anni, alcuni bruscellanti intraprendenti, coadiuvati da altri appassionati estimatori di quella tradizione, pensarono di proporre il Bruscello ai cittadini poliziani in forma continuativa.
Risultando troppo stretto il teatro, non lo era stato forse il fienile o la stalla, ricordando che i luoghi deputati per quella rappresentazione erano le piazze, i sagrati delle chiese e gli incroci delle strade, lo aveva lasciato scritto nel 1899 la poliziana Knisella Farsetti nel suo saggio dal titolo: “Quattro Bruscelli senesi”.
Ritennero opportuno scegliere come luogo dello spettacolo la Piazza Grande di Montepulciano; ed essendo la Quaresima, tempo in cui si cantava nelle campagne, troppo fredda e perciò improponibile, fu scelto il mese di agosto.
I bruscellanti e gli organizzatori che li affiancavano si trovarono a costruire uno spettacolo intorno ad una Compagnia di dilettanti allo stato puro, privi di qualsiasi conoscenza di teatro necessaria e sufficiente per valorizzare al meglio questa antica forma espressiva ed ottenere il gradimento del vasto pubblico che la piazza poteva contenere.
Ecco che apparvero le scenografie per dare alla narrazione cantata dai bruscellanti una collocazione ambientale che facilitasse la comprensione della storia.
Si reputò necessario rivestire gli interpreti di costumi adeguati in sostituzione di quelli improvvisati da loro stessi.
Si doveva scegliere un orario adatto a richiamare più spettatori, si scelse quindi il dopocena e perciò furono necessarie le luci.
Tutto ciò doveva essere coordinato perché conducesse ad un risultato che incontrasse il gusto popolare si pensò quindi a qualcuno che guidasse non solo i protagonisti della storia ma anche una piccola folla di giovani e meno giovani poliziani che nel frattempo si erano avvicinati a quella nascente compagnia. Nacquero perciò i cori e fu necessario un regista che le facesse muovere.
Ecco che in modo del tutto naturale, soltanto cercando di risolvere le difficoltà e le emergenze incontrate, nacque il Bruscello nella forma in cui ancor oggi viene rappresentato.
Da allora sono trascorsi 65 anni, sono stati messi in rima 28 Bruscelli, sono state orchestrate le relative musiche in gran parte derivate dalle antiche arie tradizionali.
In 65 anni, il Bruscello è stato cantato in Piazza Grande 58 volte in altrettanti anni in cui è stato programmato; gli anni di pausa corrispondono a quelli della seconda guerra mondiale 1940/44 ed al 1953-1954 anni in cui la Compagnia attraversò una grave crisi finanziaria che impedì la messa in scena dello spettacolo.
Nel tempo la Compagnia è passata attraverso diverse fasi che hanno anche rappresentato altrettanti momenti di cambiamento, per stare al passo con il mutare dei tempi, continuando in quell’evoluzione naturale del modo di ‘fare il Bruscello’ che costituisce poi l’aggiornamento di una tradizione legata fortemente al territorio.
Oggi la Compagnia, formata ancora da dilettanti, ha prodotto negli anni, quasi per gemmazione, altre compagnie teatrali, che costituiscono per il Bruscello un serbatoio dove attingere per avere un naturale ricambio sia di cantanti che di attrezzisti, tecnici delle luci, scenografi e registi, che si alternano d’agosto sul sagrato del Duomo.
Negli ultimi anni la Compagnia ha svolto un programma di notevole impegno sia finanziario che artistico ed organizzativo.
Nel 1998, è stato messo in scena un nuovo testo tratto dalla storia medioevale di Montepulciano dal titolo: “Del Pecora” dal nome della nobile ed illustre famiglia che verso la metà del secolo XIV si insignorì di Montepulciano. Il testo scritto da Franco Romani, bruscellante per tradizione di famiglia, è stato da lui messo in scena con scenografie da lui disegnate ed eseguite, con la sua regia e direzione artistica, Nel 1999 è stato riproposta la “Pia de’ Tolomei”, un bruscello molto amato dai poliziani rappresentato per la prima volta in Piazza Grande nel lontano 1939. Questo testo venne messo di nuovo in scena proprio per celebrare il 60° anniversario della Compagnia.
Il 2000 è stato l’anno del Giubileo, e la Compagnia ha inteso celebrarlo con un libretto del prof. Carlo Lapucci, filologo e studioso di tradizioni popolari, per metà fiorentino e per metà poliziano.
Il bruscello 2000 fu dedicato a “Mustiola del Santo Anello” e narrava la vita della Santa Martire patrona di Chiusi e della Diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza.
Gli anni 2001, 2002 e 2003 hanno visto la compagnia ancora impegnata, come già nel 1999 ad intensificare un programma per fare conoscere ai giovani delle scuole elementari e medie di Montepulciano l’attività dell’associazione e per promuovere la tradizione del Bruscello poliziano.
Il primo effetto è stato quello della produzione di un “Bruscellino” dei ragazzi andato in scena a fine anno scolastico al Teatro Poliziano.
L’attività estiva ha visto ripetersi, per quattro sere, sul sagrato del Duomo, il Bruscello Giulietta e Romeo. Nel 2002 è stata la volta de: La brigata spendereccia, nel 2003 invece la Compagnia ha riproposto la tragica storia dei due amanti: Paolo e Francesca, di dantesca memoria.
Quest’anno andrà in scena la vicenda eroicomica di Bertoldo, il furbo contadino che sfugge alla condanna a morte comminatagli da Re Alboino, chiedendo di scegliersi l’albero a cui impiccarsi e facendo cadere la scelta su un improbabile albero di fagiolo.
Negli anni trascorsi, l’attività invernale dell’Associazione ha visto i bruscellanti impegnati nel mettere in scena al Teatro Poliziano il “Sega la Vecchia” o “Vecchia di mezza quaresima” o più semplicemente “La Vecchia”, antica tradizione contadina proveniente dagli antichi riti pagani legati alla terra ed alle annuali ricorrenze agricole e religiose.
Il programma invernale della Compagnia non prevedeva tutti gli anni Il “Sega la Vecchia” che veniva invece cantato in modo discontinuo come nella realtà della tradizione. Lo si alternava a commedie prettamente toscane come quelle di Stenterello o quelle brillanti francesi di Fejdeau e Molière.
Come ogni anno il Bruscello sarà ancora diretto da un regista, si avvarrà di uno scenografo e disporrà di una regia luci professionale, ma i bruscellanti sono e rimangono dei bravi dilettanti, di ogni estrazione sociale, amanti del canto e del teatro, componenti di alcuni Gruppi Corali locali che cantano in chiesa o in altre prestigiose manifestazioni di Montepulciano e soprattutto della tradizione del Bruscello che, amano e custodiscono nel profondo dell’anima.
Ma la gran parte dei poliziani non ammetteranno mai, nemmeno sotto tortura, di essere così legati, forse perché in modo inconsapevole, al Bruscello e alle altre tradizioni della loro terra. Pronti però a lagnarsi ed a dolersi se la consuetudine del Bruscello a Ferragosto dovesse interrompersi e passare a miglior vita.