Bruscello 2019 – Pia de’ Tolomei
La Compagnia Popolare del Bruscello festeggia i suoi primi ottant’anni all’insegna della passione e della tradizione, con la nuova rappresentazione della “Pia de’ Tolomei” che verrà messa in scena in Piazza Grande a Montepulciano dall’11 al 15 agosto. L’edizione numero ottanta rappresenta un incredibile traguardo ed è stata presentata martedì 23 luglio presso la Sala Barile del Consiglio Regionale della Toscana, con la partecipazione del Presidente della Compagnia Popolare, Marco Giannotti, del direttore artistico Franco Romani e del compositore musicale Luciano Garosi.
La compagnia compie ottanta anni. La Compagnia Popolare del Bruscello tramanda la tradizione del Bruscello attraverso la particolare forma di teatro popolare, con canto e recitazione, attraverso la messa in scena di decine di figuranti nello splendido palcoscenico del sagrato del Duomo di Montepulciano, che avviene nei giorni di Ferragosto. Il Bruscello Poliziano è patrocinato dal Comune di Montepulciano, dalla Provincia di Siena e dalla Regione Toscana, in virtù della sua storia e della sua forte valenza culturale.
Come ormai da tradizione, ogni dieci anni viene riproposta la “Pia de’ Tolomei”, la rappresentazione con cui tutto cominciò nel 1939 in Piazza Grande. Nella nuova versione che verrà messa in scena dall’11 al 15 agosto a Montepulciano, il sagrato del Duomo ospiterà oltre 200 bruscellanti provenienti dal territorio circostante, tra coro e solisti. Assieme all’autore delle musiche Luciano Garosi e all’autrice del libretto Irene Tofanini, hanno curato questa edizione il regista Marco Mosconi e la coreografa Maria Stella Poggioni. L’immagine del manifesto è realizzata da Emanuela Rossi.
Le novità. Una delle principali novità di questa edizione del Bruscello è rappresentato dall’introduzione del doppio cast, che permetterà di incrementare la partecipazione nei ruoli dei protagonisti dello spettacolo. Nei giorni dispari, infatti, sarà presente un cast per rappresentare i protagonisti delle vicende della Pia de’ Tolomei, mentre nei giorni pari ci sarà un’alternanza nei ruoli principali.
Il doppio cast vedrà alternarsi Chiara Protasi e Chiara Scannapieco nel ruolo della protagonista Pia de’ Tolomei, Elisabetta Canapini e Sabrina Dottori nel ruolo della madre e Franco Capitini e Alessandro Collini nel ruolo del padre. Marco Banini e Matteo Benvenuti si alterneranno invece nei ruoli di Nello e di Guido Guido, mentre le ancelle della protagonista saranno interpretate da Irene Tofanini, Daniela Mosca, Giulia Gambacciani, Benedetta Checcarelli, Teresa Zazzaretta e Orsolina Faraldo. Altri personaggi, come quello di Ghino interpretato da Stefano Bernardini, rimarranno gli stessi tutte le sere; in altri casi, come quello del Cantore, assisteremmo a un’alternanza di ruoli tra Stefano Giannotti, Mirco Rubegni, Gabriele Paolucci e Cosetta Batignani (che interpretò il ruolo di Pia nei bruscelli del passato e che sarà un gradito ritorno sul sagrato del Duomo nei giorni 14 e 15 agosto).
La trama in breve. Nella Siena del tredicesimo secolo, Pia, nobile fanciulla appartenente alla potente famiglia de’ Tolomei, vive spensierata, persa in ingenue illusioni cavalleresche. Durante un torneo incontra il giovane Conte Guidi di Arezzo. Il ragazzo si innamora perdutamente di Pia, la quale, colpita dalle attenzioni di Guidi, se ne infatua a sua volta e gli concede un ciondolo con il suo stemma in pegno. I sogni infantili sono però ben presto destinati a svanire: Pia viene concessa in sposa al Conte Nello de’ Pannocchieschi. Il matrimonio combinato, non è tuttavia una fredda unione, i due sposi si innamorano profondamente l’uno dell’altra, ma più di una nube si addensa sul loro futuro: Ghino, amico fidato di Nello si innamora di Pia e vedutosi rifiutato giura vendetta contro la fanciulla e un’altra minaccia incombe: poco dopo le nozze, Nello è costretto a partire alla guida delle truppe di Siena, attaccata dalla vicina città di Arezzo, le cui forze sono capitanate dal Conte Guidi. Prima della battaglia, il Conte Guidi riesce a intrufolarsi nel giardino di Pia e le giura amore, ma lei lo rifiuta con gentilezza, restando fedele all’amato Nello. La scena è spiata da Ghino, che vede un’occasione di attuare la sua vendetta: si precipita all’accampamento di Nello e gli mente raccontato il falso tradimento di Pia con il Conte Guidi, rivela poi a Nello che uccidendo il Conte Guidi in battaglia avrebbe trovato la prova inconfutabile del tradimento di Pia addosso al giovane. Nello, furioso, si lancia in battaglia, uccide Guidi e strappa dal suo cadavere il ciondolo che Pia gli aveva donato. Torna a Siena da vincitore, ma ormai è deciso a vendicarsi della moglie infedele. Trascina Pia in maremma e la lascia imprigionata nel castello dei suoi avi a morire. Scoperto l’inganno di Ghino, Pia tenta di mandare un messaggio a Nello, ma è troppo tardi: quando Nello, avvedutosi dell’innocenza di Pia si precipita in maremma la trova già morta e l’unica cosa che gli resta sono le lacrime amare del rimpianto e della colpa.
Un po’ di storia. Il Bruscello affonda la sua tradizione in tempi molto lontani. Il nome è riconducibile all’arboscello, l’albero sotto il quale il canto dei vecchi Cantastorie raccontava le gesta di personaggi cari alla memoria delle genti di campagna e dei borghi che ospitavano le feste popolari. A Montepulciano si ha memoria del Bruscello a far data dall’800; negli anni venti lo ritroviamo in una forma più spettacolare a cura di alcuni giovani poliziani e nel 1939 è proprio quel gruppo che riesce a coinvolgere l’intero popolo poliziano in uno spettacolare Bruscello: “Pia de’ Tolomei”, pensato e realizzato nel grande palcoscenico naturale di Piazza Grande: il Sagrato della Cattedrale. La scena naturale dei vecchi borghi e campagne si trasforma in grandi castelli e colonnati appositamente costruiti dagli artigiani poliziani. La luce naturale del sole si riproduce con apparati di illuminotecnica che ricreano le ambientazioni necessarie alle storie che vengono rappresentate. La cesta contenente gli stracci è sostituita da costumi appositamente realizzati dalle sarte locali, dando maggiore spessore allo spettacolo che si andava evolvendo. I monotoni endecasillabi in ottava rima, sottolineati dal suono di una fisarmonica, si modernizzano, diventando quartine di settenari o comunque versi in una metrica più snella, capace di dare maggiore ritmo allo spettacolo con l’accompagnamento di un’orchestra. La musica, aritmica e atonale, diventa melodia, stornello, serenata. Le storie che vengono rappresentate sono quelle conosciute dal popolo: storie legate ai Reali di Francia e ai drammi dei personaggi raccontati da Dante nella sua Commedia; storie di personaggi della nostra tradizione e leggende, ma anche la farsa, la burla e lo sberleffo trovano presto spazio nel Bruscello Poliziano, drammatizzato e suddiviso in scene ed atti, come nelle grandi opere popolari.
Compagnia Popolare del Bruscello
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